Trattenere l’acqua nel terreno il più a lungo possibile è un obbligo del Terzo millennio, soprattutto se coltivate piante erbacee da fiore o da orto per le quali il liquido è vitale: il sistema più semplice per ottemperare a questo precetto è la pacciamatura. Significa coprire il terreno con materiale di vario tipo, ossia fare ciò che normalmente fa la natura, dove non esiste mai un suolo completamente scoperto, perché è sempre rivestito da una vegetazione erbacea, arborea o mista, o comunque da fogliame o aghi.
La pacciamatura è ecologica, cioè “viva” se viene realizzata con paglia, residui vegetali o altri prodotti di natura organica, mentre è inorganica quando si utilizzano teli in materiale plastico, quasi sempre non biodegradabili (fa eccezione il telo in bioplastica, che si disgrega da solo già a fine stagione).
Pacciamatura: perché metterla?
Se il terreno è nudo, è esposto agli agenti atmosferici: si inaridisce rapidamente sotto il sole e il vento, si compatta facilmente e diviene in breve tempo duro e difficilmente lavorabile. Ha bisogno di frequenti lavorazioni e di tantissima acqua. Inoltre consente a tutte le infestanti presenti di crescere allegramente perché più competitive rispetto alle delicate piante coltivate. Sotto una copertura adeguata, invece, il terreno si manterrà fresco, umido e sciolto, in modo che spesso si potranno evitare zappature e sarchiature. Le malerbe vengono ostacolate nello sviluppo, perché sotto la copertura filtra poca luce e i semi delle piante spontanee non riescono a germogliare. La temperatura di un terreno coperto è poi soggetta a minori sbalzi rispetto a un terreno nudo: gli ortaggi appena germogliati o trapiantati ne ricavano un beneficio.
Pacciamatura: i materiali migliori
La scelta del tipo di copertura dipende anche dall’eventuale disponibilità “in proprio” di materiale organico. Se avete paglia, sfalcio secco di prato, compost non ancora maturo, potete realizzare un’ottima pacciamatura con poca spesa. Evitate l’impiego di materiale ancora verde che, quando piove molto, si inzuppa formando uno strato compatto che impedisce il passaggio dell’aria. In questo caso si avviano processi di fermentazione anziché di decomposizione, i quali non migliorano la fertilità del suolo, ma anzi possono provocare marciumi.
Altrettanto economica è la segatura, da utilizzare come pacciamatura invernale per proteggere il piede di piante delicate o da mescolare al compost. Deve essere segatura di legno non lavorato, ossia grezzo.
Poi c’è la corteccia (o i gusci) di conifere, facilmente reperibile nel vostro centro Giardinaggio in sacchi dai 20 litri in su: è indicata per ogni tipo di pianta ornamentale, in particolar modo per le acidofile (azalee, rododendri, camelie ecc.), con l’unica eccezione delle piante calcifile (lavanda, timo, salvia ecc.) e dei rosai, che preferiscono la paglia. Si utilizza spargendo uniformemente uno strato di 3-5 cm sulle aiuole, insistendo attorno al piede degli arbusti. Ogni anno è necessario dare una rastrellata alla corteccia e aggiungerne di nuova. I risultati estetici, rastrellando ogni anno, si mantengono per circa 3 anni.
Se non disponete di materiali organici, ci sono i teli plastici biodegradabili, che pacciamano perfettamente per un’intera stagione, ma poi si degradano senza inquinare, perché sono a base di amidi vegetali.
Assolutamente sconsigliabili, infine, i vecchi teli in plastica nera o in tela nera e verde, non biodegradabili, che al massimo in 2-3 anni si lacerano obbligando comunque a sostituirli, e creano quindi problemi per lo smaltimento.
Come stendere la pacciamatura
Se utilizzate i materiali naturali, distribuiteli ben sminuzzati in uno strato di 5 cm a coprire tutto il terreno, dopo aver diradato le piantine nate da seme o averle trapiantate, oppure nelle aiuole già formate e anche sotto gli arbusti e gli alberi del giardino.
Se impiegate il telo in bioplastica (nell’orto e nelle aiuole di annuali da fiore), prima dovete stendere – a fianco a dove prevedete di seminare o piantare – l’impianto d’irrigazione con tubo microforato, poi dovete praticare i tagli a croce alla distanza di semina o di trapianto, quindi stendete il telo facendolo aderire bene alla terra e solo dopo seminate o trapiantate.
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