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Serve un tutore?!

È ineluttabile: soprattutto nell’orto, ma anche in giardino, molte piante hanno bisogno di un tutore o più di uno, perché senza si sdraiano e strisciano, rischiando di essere calpestate e di riempirsi di malattie fungine, oltre a rendere quasi invisibili i loro prodotti, fiori o frutti che siano.

Ma davanti all’assortimento del vostro Centro di Giardinaggio potreste rimanere perplessi: tutori in ferro plasticato, reti, canne di bambù, pali in legno o tondini a spirale? Ogni ortaggio o fiore ha il tipo di sostegno più adatto.



Tutori in vari materiali

Le canne di bambù sono i tutori più classici, economici e resistenti, riutilizzabili per moltissimi anni (previa pulitura a fine stagione). Vengono vendute in diverse pezzature e dimensioni, a mazzi di 10 o singole. Meglio non comprare canne alte pensando poi di tagliarle: l’operazione non è semplice soprattutto se lo spessore è grosso, perché sono pressoché indistruttibili (non si segano!) e nell'operazione si rischia di fessurarle. Sistematele in vicinanza degli steli. Inserendole nel suolo, cercate di fare attenzione alle radici (sarebbe meglio inserirle contestualmente alla semina o trapianto). Se il terreno è molto compatto create un foro con un picchetto metallico e impiantate la canna per circa un quarto della sua lunghezza, per la massima stabilità. Ovviamente, nell'inserimento rispettate la polarità: la parte più grossa è la base, e quella più sottile l'apice.

I tutori in materiali sintetici sono comodi, pratici e riutilizzabili. Sono disponibili in diverse tipologie, tutte con un’anima in ferro e un rivestimento in materiale plastico resistente alle intemperie. Possono essere semplici bastoni lisci oppure imitare la nodosità e l’aspetto del bambù; in questo caso sono robusti, indicati per piante di grande crescita e anche arbusti. La superficie rugosa facilita l’adesione dei legacci e la presa dei viticci in caso di utilizzo per piante rampicanti.

Per le perenni da fiore come Delphinium e Rudbeckia si utilizzano anche i tutori con cerchi: tre o più aste in acciaio plastificato collegate con cerchi orizzontali sui quali gli steli trovano appoggio. Alcuni modelli sono dotabili di cerchi intermedi formati da un grigliato a maglia larga: gli steli, crescendo, si infilano nei fori e rimangono ben saldi. I cerchi sono regolabili in altezza per assecondare la crescita della pianta. Questi modelli sono molto utili per le perenni di taglia alta: la vegetazione, crescendo, li rende pressoché invisibili.

Esistono anche modelli a forma di traliccio piccolo o medio; i picchetti verticali hanno la base appuntita in modo da facilitarne l’inserimento nella terra. Sono indicati in particolare per sostenere piante dal portamento aperto o sarmentoso e si utilizzano soprattutto in vasi e fioriere.

Piante da fiore in varietà di taglia alta possono essere sostenuti anche con un pezzo di rete metallica tesa intorno a una struttura composta da quattro picchetti. È un metodo pratico ed economico, indicato per bordure estese e non troppo in primo piano, perché la struttura rimane abbastanza visibile (a meno che non sia di colore verde) anche quando le piante sono in piena fioritura.


I tutori a spirale in acciaio cromato, perfetti per i fagioli e fagiolini rampicanti, ma anche per le erbacee da fiore, diventano una componente estetica dell’insieme: rimangono visibili e ciò diventa un pregio.

I pali in legno, naturale o dipinto in colori vivaci, si impiegano in genere per i giovani alberi oppure per rampicanti “di peso” come il glicine. Devono essere trattati con alcune mani di impregnante ad acqua, grazie al quale possono durare anche una decina d’anni.


Quando e come mettere i tutori

I tutori vanno collocati in primavera, appena la pianta emette i primi getti ma prima che gli steli si sviluppino: se attendete troppo, rischiate di vedere gli steli già atterrati dal vento o spezzati.

La distanza dei tutori dal fusto della pianta e fra loro deve essere equilibrata, altrimenti la pianta assume un portamento sgradevole, inclinato dalla distanza eccessiva, oppure corre il rischio di vedere ferite le radici quando l'inserimento è troppo ravvicinato alla base.

Se la pianta è da cespo, i tutori si dispongono a cerchio intorno al cespo, creando una struttura con 4-5 canne sulle quali legare del filo metallico che sosterrà gli steli. Qualche tutore può essere necessario anche al centro del cespuglio. Gli steli verranno fissati a questa sorta di gabbia. I tutori non dovrebbero essere più alti del punto in cui inizia il fiore, in modo da essere invisibili quando la pianta è in piena vegetazione.

Se la pianta invece ha un singolo stelo alto o molto alto, si dispongono uno o due tutori a fianco allo stelo, a distanza di almeno 5 cm, legando il fusto in più punti ai tutori.


L’importanza delle legature

Gli steli, soprattutto se singoli (es. malvone, digitale, lupino, pomodoro, melanzana ecc.), vanno legati ai tutori. Si possono impiegare legacci in materiali diversi: rafia, plastica, tubetto o spago cavo, materiali elastici, spago biodegradabile, filo metallico sottile rivestito in plastica o carta ecc., tutti reperibili presso i Centri Giardinaggio. Così come gli anelli e le clip in plastica: sono molto pratici per unire le piante al tutore evitando la legatura e senza stringere.

Esistono anche i legacci "fai-da-te", con materiali di recupero, es. strisce di cellophane che avvolge le riviste, strisce di collant e gambaletti smagliati, avanzi di gomitoli di lana, avanzi di stoffe, strisce di vecchie federe o fazzoletti ecc. Chiaramente l'effetto estetico potrà essere, a seconda del materiale, eccentrico oppure decisamente orrendo...

Infine, le legature degli steli al supporto devono essere salde per resistere all’azione del vento, ma non troppo strette per evitare di strozzare i fusti. Periodicamente occorre verificare lo stato della legatura, se necessario rifacendola, e procedendo in altezza con nuovi legacci man mano che gli steli crescono.



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