In aprile avevate realizzato una strepitosa balconata o una spettacolare aiuola utilizzando le piante da fiore annuali o perenni? E adesso, sotto il caldo torrido e il sole a picco, le fioriture sono un pallido ricordo? Vi ritrovate con piante allungate, dai rami spelacchiati, restie a produrre nuovi boccioli e quindi prive di colore che non sia il verde pallido e il giallo bruciacchiato? Urge una potatura di remise-en-forme, da praticare nella prima metà di luglio, per godere di nuove fioriture nella prima metà di agosto, oppure dopo il 15 luglio per una ripresa dei fiori dopo Ferragosto.
Quali piante vanno potate…
Surfinie e petunie (se non avete scelto le nuove Toptunia®, che non si allungano e sono reperibili solo nei Centri Giardinaggio Aicg), gerani edera (più raramente gli zonali) e bocche di leone sono le piante che, nell’arco del mese di luglio, necessitano di una potatura drastica perché ormai fioriscono svogliatamente. I primi tre vanno tagliati dimezzando la lunghezza dei rami penduli, mentre alla quarta bisogna recidere lo stelo che portava i fiori fino al secondo paio di rametti laterali (che così verranno spinti a produrre fiori). Dopo la potatura, bisogna concimare bene e con regolarità (scegliete un prodotto liquido di marca per piante fiorite, fra i tanti che trovate nel vostro Centro di Giardinaggio) e annaffiare di conseguenza: entro 3 settimane saranno pronti in abbondanza i nuovi fiori.
Eventualmente ci sono anche lantane (non Lantana sellowiana, gialla o lilla), plumbago, Solanum da fiore, dipladenia e mandevilla, Delosperma o mesembriantemo, gerani parigini, che potrebbero aver esaurito la prima fioritura sotto i raggi cocenti, andando in una sorta di “dormienza vigile”. In questo caso i rami o i tralci vanno ridotti di un terzo, sempre con un potatoio ben affilato e pulito. In seguito, anche per loro acqua e concime regolari.
… e quali solo “spulciate”
Tutte le margherite, dall’Argyranthemum alla Rudbeckia, dalla Bidens all’Echinacea, dall’Osteospermum alla Gazania, dalla Zinnia alla Gaillardia, dalla Coreopsis al girasole, interrompono la fioritura se devono formare i semi. E i semi si formano se si lasciano i capolini dopo che sono sfioriti. Dunque, armati di cesoie, tagliate sistematicamente tutte le infiorescenze appena appassite recidendo il gambo il più in basso possibile, anche alla base tra le foglie se riuscite comodamente.
Il discorso vale anche per le scabiose, le centauree, i garofanini o Dianthus, i tageti, le dalie, petunie e surfinie, gerani o pelargoni, nasturzio o tropeolo, tutte le salvie dalla splendens alla greigi e alla farinosa, la verbena ibrida multicolore, le celosie, l’ibisco esotico, la cosmea o cosmos, le begonie ecc.
Anche perché, diciamocelo, i fiori appassiti sono proprio sgradevoli a vedersi, quando si seccano o, se vengono bagnati, marciscono (premio alla bruttezza ai fiori bianchi appassiti, bagnati e asciugati!).
L’importante è non pensare di cavarsela sfilando, dove possibile (es. surfinie e petunie) la corolla appassita: così facendo, infatti, rimane il calice che si ingrossa a produrre il frutto con i semi. Bisogna proprio recidere sotto il calice il gambo che porta il fiore sfiorito, e bisogna farlo con una cesoia ben affilata (ideali le forbici cogliuva) per non sfilacciare lo stelo.
Infine, ci sono quelle che vanno sistematicamente private dell’infiorescenza perché segnerebbe la fine della loro vita da piante annuali: è il caso del Coleus o Solenostemon dalle foglie millecolori e del basilico da cucina in tutte le sue varietà e specie. Se vedete che dall’apice “montano a fiore”, tagliate semplicemente l’apice; tenetevi pronti a fare altrettanto su tutti i rametti laterali, in successione, perché la pianta ha lo scopo di fiorire e lo persegue con tutte le sue forze.
Chi non ha bisogno di potatura
Potete lasciar perdere invece i mesembriantemi o amanti del sole (Delosperma, le portulacche, le campanule, la sanvitalia e le calibracoe: cercare di tagliare tutti i fiori appassiti vi potrebbe regalare l’Oscar alla pazienza certosina, ma potete anche declinare il premio, perché comunque sono piante che continuano a fiorire ininterrottamente sino a fine estate senza concentrare troppe energie sulla produzione dei minuscoli semi.
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