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Kokedama: cos’è e come si fa

Vi piacerebbe avere quelle piccole piante che fluttuano nell’aria appese a un filo, immerse in una palla di muschio? Si chiamano kokedama e sono frutto di una vera e propria arte nata in Giappone, dove vengono definiti anche “bonsai volanti”: sono un simbolo di stima e di perfezione, espressa dall’equilibrio artistico fra la pianta e il suo minuscolo contenitore rivestito di muschio.

Si tratta di piccole piantine (felci, edere, mini-cactus, mini-piante d’appartamento, una mini-orchidea, piccole aromatiche come il timo ecc.) inserite in una sfera di substrato rivestita di muschio: i kokedama si trovano facilmente nel vostro Centro di Giardinaggio di fiducia. Ma si possono anche realizzare da soli, perché la tecnica è facile.


Come realizzarlo

Il kokedama a regola d’arte viene fatto con metà terriccio per bonsai e metà akadama (un particolare substrato per piante bonsai), ma in mancanza quest’ultimo si può sostituire con un ottimo terriccio universale. I due tipi di substrato vanno mescolati fra di loro in una ciotola capiente, dove va aggiunta gradualmente un po’ d’acqua, sempre mescolando, fino a ottenere una pastella consistente. Si preleva una manciata di impasto e la si modella in forma sferica, poi si strizza per far uscire l’acqua e si aggiunge una seconda manciata modellandola sopra la sfera, una terza ecc. fino ad arrivare a una sfera da 10 cm di diametro.

Si svasano la o le piante da inserire (fino a un massimo di 3 per ogni kokedama), si massaggia il pane di terra di ciascuna per liberare le radici il più possibile dal terriccio.

Si apre a metà con le mani la sfera di substrato e si inseriscono le radici nella sfera, richiudendola con le mani dopo aver infilato tutte le piantine. Si può aggiungere altra terra per colmare gli spazi vuoti e rimodellare la sfera.

Si appoggia su un “foglio” di muschio (lo trovate in vendita nel Centro Giardinaggio. Ricordiamo che è vietato raccogliere il muschio in natura, nei boschi) già ammollato in una bacinella d’acqua, posizionando la palla al centro e si avvolge il muschio intorno alla sfera di terra, pressandolo bene, fino a ottenerne il completo rivestimento.

Con uno spago sottile si lega la sfera in modo che il muschio venga trattenuto bene in posizione. Quindi si immerge la sfera in una bacinella d’acqua per un’ora in modo che il substrato si impregni bene, e si appoggia la sfera su un piatto o un sottovaso a sgocciolare. Qui il kokedama deve rimanere per 15 giorni, vaporizzato quotidianamente, per favorire la radicazione del muschio.


Dove metterlo

Poi si lega la palla con un filo di nylon invisibile (oppure un nastro colorato) con cui appendere il kokedama in una zona molto luminosa ma riparata da correnti d’aria e dal sole diretto che seccherebbe il muschio. Ogni giorno il kokedama va vaporizzato con acqua non calcarea; se però il muschio dovesse seccarsi, eccezionalmente si può immergere la sfera per 5 minuti in una bacinella d’acqua finché non emergono più bolle d’aria. Così congegnato, il kokedama può durare per parecchi anni, perché è un ecosistema compiuto.

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