È graziosa e solare, principessa dei balconi da febbraio in poi, per una fioritura ininterrotta fino all’autunno e non solo: è nota appunto per i suoi grandi capolini aranciati, ma la calendola non è solo bella. È anche buona da mangiare e assai coreografica nelle decorazioni dei piatti. Ed è pure ricca di proprietà fitoterapiche, tanto che, avendo lo spazio, vale la pena di dedicarle un’aiuoletta in giardino o nell’orto, in modo da avere una piccola farmacia a portata di mano.
Tante proprietà benefiche
Mano non a caso, perché la calendola (Calendula officinalis) è una grande amica della pelle, che risana in breve tempo dai vari accidenti che possono comprometterla, dalle ustioni alle ferite, dai geloni alle piaghe. Ed è anche specificamente amica delle donne perché regolarizza il flusso mestruale. Il catalogo completo delle proprietà la definisce decongestionante, diuretica, depurativa, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, sudorifera per uso interno, mentre per uso esterno, è efficace su acne, eczemi, scottature e calli.
In giardino o in vaso
Coltivarla è elementare: se partite da seme, reperibile nei Centri di Giardinaggio, in marzo-aprile spargetelo a spaglio in un’aiuola o ponetene un pizzico in un vasetto con terriccio per piante da fiore. La pianta nasce in fretta e inizia presto a fiorire: se riceve tanto sole, innaffiature regolari (altrimenti arrivano gli afidi neri) e l’eliminazione dei capolini sfioriti, fiorirà per tutta l’estate, e anche durante l’inverno, se il clima è mite.
In realtà la calendola nasce spontanea in tutta Italia, soprattutto al Sud, entro i 600 m, ai margini dei campi, coltivati e non, ma è sempre meglio utilizzare quella coltivata in giardino, della quale conoscete tutta la storia.
“Fiori” e foglie di calendola
Se ne utilizzano i “fiori” (sono infiorescenze) e le foglie: i primi si raccolgono la mattina presto ancora chiusi recidendoli con un paio di forbici; le seconde si tagliano in primavera ed estate. Si ripongono in un sacchetto di plastica.
I fiori vanno seccati in un luogo aerato, asciutto e buio: alla luce del sole perdono subito colore e aroma. Una volta secchi, si ripongono in vasi di vetro da tenere al buio e all’asciutto. Le foglie si seccano all’aria e all’ombra e si conservano nello stesso modo.
Una calendola nel piatto
In cucina, i fiori in boccio si possono conservare sottaceto o candire. I petali sostituiscono lo zafferano; danno colore all’insalata; insaporiscono salse, insalate, verdure cotte e carni; guarniscono formaggi e tartine; tingono lo sciroppo. Molto coreografico è il burro alla calendola: per 100 g di burro serve una manciata di petali freschi che vanno pestati in un mortaio fino a ricavarne una pasta; questa si incorpora al burro ammorbidito a temperatura ambiente fino a ottenere un amalgama, che si ripone in frigo. Gusto e colore particolare anche per l’aceto alla calendola: mettete 100 g di petali secchi in un barattolo a chiusura ermetica e versatevi sopra un litro di aceto di vino bianco; tappate e lasciate al sole per almeno due settimane, conservatelo poi in un luogo asciutto e buio.
Ricette erboristiche
• Per placare i dolori mestruali e regolare il flusso: mettete un cucchiaio di petali secchi in una tazza d’acqua bollente e lasciateli in infusione per 10 minuti; filtrate e bevete il tè ancora caldo (dolcificate con un cucchiaino di miele millefiori), in dose di due-tre tazze al giorno prima dei pasti principali, a partire dal decimo giorno precedente la presunta data delle mestruazioni.
• Contro i geloni e per cicatrizzare le ferite: in un vaso di vetro chiaro a chiusura ermetica mettete 350 g di petali freschi e un litro di olio extravergine di oliva, chiudete e lasciate al sole per un mese; filtrate e conservate in bottiglie di vetro scuro. Fate degli impacchi con una garza imbevuta di un po’ d’olio, per 10 minuti tre volte al giorno. Ottimo anche come antirughe.
• In caso di contusioni e lividi: preparate un infuso con 5 g di fiori secchi lasciati per 10 minuti in un litro d’acqua bollente, filtrate e applicate un impacco più volte al giorno.
• Per mani screpolate: pestate alcune foglie fresche e applicatele sulla parte lesa, fermate con una garza. Le pomate a base di calendola, reperibili in farmacia e in erboristeria, hanno effetto lenitivo e decongestionante.
• Per rimuovere i calli: applicate in una garza due o tre foglie fresche pestate, tenete in posizione per l’intera giornata e rinnovate ogni giorno.
• Per staccare una verruca: sulla parte colpita applicate nella garza due foglie tritate per 15 minuti, ripetete quattro-cinque volte al giorno per una decina di giorni.
• Contro il prurito delle punture di zanzare: pestate due foglie e appoggiatele direttamente sulla parte per una decina di minuti.
• Per placare il bruciore di piccole scottature: applicate in una garza per 20 minuti alcuni fiori tritati finemente.
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