Finalmente è arrivato il mese ideale per potare quasi tutti i tipi di rosaio: in febbraio le piante dormono e i rami nudi evidenziano bene l’architettura di ogni esemplare, permettendo di effettuare la potatura corretta per ogni tipologia.
Ma affrettatevi: se fino al secolo scorso, quando il mese era decisamente gelido, si poteva approfittare di tutti e 28 i giorni, adesso il riscaldamento globale spesso sveglia i rosai già nella seconda metà del mese. Se le gemme si sono già schiuse, e le foglie si stanno distendendo, potare i rami può essere molto dannoso…
I consigli generali
Procedete in giornate fredde ma con temperatura sopra lo zero, perché i rami non devono essere ghiacciati. Scegliete giornate asciutte, perché i fusti non devono essere umidi: le microgocce d’acqua favoriscono le malattie fungine; naturalmente non deve essere prevista pioggia nelle 24 ore successive.
Utilizzate forbici da potatura dalle lame ben affilate e pulite: meglio ancora, disinfettate le lame nel passare da una pianta all’altra immergendole per alcuni secondi in un barattolo pieno di acqua e candeggina al 2% o spruzzandovi sopra dell’alcool denaturato. Le migliori sono a taglio passante: accertatevi di avere un modello efficiente, sempre per non danneggiare i rami dei rosai.
Munitevi anche di un buon seghetto robusto, utile per segare i rami più vecchi.
Su tutti i tipi di rosai eliminate i rami secchi, quelli malati e quelli troppo deboli, nonché i fiori appassiti se già non lo avete fatto durante la bella stagione.
Dopodiché intervengono le particolarità di ogni tipologia di rosa, che vanno rigorosamente rispettate.
Quelli che si potano
Sui rosai ibridi di Tea si tagliano i rami dell’anno precedente per circa un terzo, lasciando 3 gemme dal punto di nascita del ramo. I rami vecchi vanno tagliati conservandone da 3 a 5 se desiderate fiori molto grandi.
I rosai Floribunda o rosai a cespuglio devono rimanere “più lunghi”: si taglia un quarto della lunghezza dei rami dell’anno, quindi con almeno 4 gemme dal punto d’inserzione. Ad anni alterni eliminate i rami più vecchi al centro del cespuglio, lasciandone almeno 6: tutte queste precauzioni per evitare uno sviluppo scomposto e troppo vigoroso della pianta che riduce la fioritura.
Infine, sui rosai paesaggistici o coprisuolo o a bassa manutenzione o tappezzanti, la potatura si effettua ogni 3-4 anni con il decespugliatore o la tosasiepi, lasciando i cespugli alti 80-100 cm: in questo modo i rosai si allargano coprendo il terreno.
Quelli che non si potano
I rosai rampicanti o sarmentosi non si potano per non snaturarne il naturale portamento esuberante. Se siete costretti a potarli, significa che avete dato loro poco spazio… Per non rovinarvi la fioritura, tagliate ogni ramo al massimo di un terzo.
I rosai antichi non vanno potati per lo stesso motivo dei precedenti. Ci si limita, ogni 2-3 anni, a tagliare alcuni (al massimo un terzo) dei rami più vecchi per ringiovanire l’esemplare. Attenzione: se tagliate i rami dell’anno precedente, nell’anno in corso non avrete la fioritura.
Così come si fa ogni 3 anni sui rosai botanici o rosai da bacca, per i quali si aggiunge l’eliminazione delle bacche ormai appassite, che avviene accorciando di un terzo il ramo. Attenzione: su questo tipo di rosaio non è facile distinguere i rami secchi da quelli vivi e, nel dubbio, si può rimandare l’operazione di rimonda dei soli rami secchi alla primavera, quando le foglioline riveleranno la vitalità dei rami.
Infine, sui rosai non rifiorenti (che possono essere anche moderni) la potatura andrebbe fatta in luglio, al termine della fioritura: se li tagliate adesso, eliminate anche le gemme da fiore, portate sui rami dell’anno precedente. Vale anche per loro lo svecchiamento invernale ogni 3 anni.
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